O ethos pós-moderno, pensamento fraco e a ética pós-metafísica na sociedade transparente de Gianni Vattimo

Abstract

We propose a study about how the philosophical thought of Gianni Vattimo is inserted in the context of the contemporary philosophy, from his formulation of the pensiero debole (weak thought), as a contribution, in the last decades, to the critical-philosophical discussion in the world, endorsing this period as Post-Modern (or the, namely, Post-modernity). The objective is a discussion through which we understand the current society as marked by the “generalized communication”, i.e, through the intense experience of the mass media, in view of the debate in face of the idea of the post-modern, according to what is proposed by Gianni Vattimo. In this regard, we propose the hypothesis that there is a post-metaphysical ethics in the society of mass media, that are inserted in Vattimo’s reflection on the post-modern– and, consequently, in the debate about the crisis of reason and the abandonment of the, namely, ‘strong’ structures, from the work The Transparent Society, as well as the deliberation about a crisis of the Metaphysics, in addition to the crisis of the totalizing legitimacy of the meta-reports and the statement of the thesis of the ‘end’ of modernity. All this implies in a(n) (re)interpretation of some of the border problems that can be alleviated through the sense of a post-modern ethos. Wherefore, the topic, and the hypothesis, that guides this work are not limited to the acknowledgement of ethics as a current phase of thought, but, mainly, it defends the ethics as the fundamental motivation for the philosophical production of the Italian thinker, notedly as a post-metaphysical ethics in a transparent society. This post-metaphysical ethics, in the context of the media, encourages the critical-philosophical reflection on the new experiences given by the globalized communication and by the new worldviews and the cultures of dialects, as well as by the appearance of the cultures of the minorities, through the informational progress, helping us realize that the ethical motivation is rooted, mainly, in the distancing of the metaphysical “violence” in order to ideate a post-modern ethics, which abandons, for example, the universalist, absolute criteria of the metaphysics ethics – and this, outwardly, thanks to the opening that the mass media promote for the aforementioned post-modern ethics, emphasizing the culture of dialects and of differences as a new ethics field.

SINOSSI. In questa tesi si propone uno studio sul modo in cui il pensiero filosofico di Gianni Vattimo si inserisce nel contesto della filosofia contemporanea, a partire dalla sua formulazione del pensiero debole, come contributo fornito, negli ultimi decenni, relativo al dibattito critico-filosofico nel mondo, ratificando questo periodo come Post-Moderno (o, la cosiddetta, Post-modernità). L'obiettivo è una discussione attraverso la quale si comprenda la società attuale come segnata dalla "comunicazione generalizzata", ossia dall'intensa esperienza di vita dei mass media, in vista del dibattito sull’ida di postmoderno, secondo quanto proposto da Gianni Vattimo. In questa direzione si propone l'ipotesi che esista un'etica post-metafisica nella società dei mezzi di comunicazione di massa, che si inseriscono nella riflessione postmoderna vattimiana – e, di conseguenza, nel dibattito sulla crisi della ragione e dell'abbandono delle cosiddette strutture 'forti', basate su La società trasparente, nonché la considerazione di una crisi della Metafisica, oltre alla crisi della legittimazione totalizzante delle metanarrazioni e l'affermazione della tesi della 'fine' della modernità. Tutto ciò implica una (ri)lettura di alcuni dei problemi di frontiere che possono essere ventilati nell’accezione di un ethos postmoderno. Per questo il tema, e anche l'ipotesi, che illuminano quest'opera non si limitano al riconoscimento dell'etica come fase attuale del pensiero, ma, soprattutto, difendono l'etica come motivazione fondamentale della produzione filosofica del pensatore italiano, notoriamente come un’etica postmetafisica in una società trasparente. Questa etica postmetafisica, nel contesto dei media, ci spinge a riflettere in modo critico-filosofico sulle nuove esperienze fornite dalla comunicazione globalizzata e dalle nuove visioni del mondo e delle culture dei dialetti, così come attraverso la comparsa delle culture delle minoranze, a partire dallo sviluppo informazionale, facendo così comprendere che la motivazione etica si radica, fondamentalmente, nel prendere le distanze dalla 'violenza' metafisica per concepire un'etica postmoderna, che abbandoni, ad esempio, i criteri assoluti e universalistici dell'etica metafisica – e questo, pare, si debba all'apertura che i mass media promuovono per quella suddetta etica postmoderna, enfatizzando la cultura dei dialetti e delle differenze come nuovo campo etico.