Então, para aonde vamos, Agamben ? Uma análise crítico-neoretórico-neopragmática sobre o discurso de Direitos Humanos no projeto Homo Sacer

Abstract

The main research objective of this thesis was to conduct an analysis of the Human Rights discourse in Giorgio Agamben, having as its primary source the collection of nine works and four volumes called Homo Sacer, extending outside of it when necessary. We go through a specific epistemological approach, using the contributions of the new rhetoric of Chaïm Perelman and Lucie Olbrechts-Tyteca, the neopragmatism of Richard Rorty and critical discourse analysis, mainly outlined by Norman Fairclough. We justify the research by considering the international dissemination of its theories undeniable, the high level of criticism presented and the importance of Human Rights in contemporary times. The method used was developed by crossing the three theoretical influences, incorporating only parts of each theory, in the form of its own study instrument, as well as being derived from qualitative, deductive research, with a historical approach. The central question to be answered was: Considering the plurality of human cultures, the historical processes of domination and exclusion, the agambenian argumentative construction found in the HS project, critical of the standard discourse on Human Rights, can, if appropriated by these groups, be considered a better redescription of reality, with a view to reducing human suffering and cruelty? The hypothesis was elaborated as follows: Despite the undeniable contributions of his thought to the advancement of criticism of liberalism, the Rule of Law and Human Rights, in short, the social form of the West, it does not seem to be a better redescription of reality, even if it is very convincing for those who read his texts. To achieve the central objective, we proceeded by exposing the theoretical-philosophical assumptions of the thesis and the theoretical framework, as a context for understanding his speech on Human Rights. Next, we elaborate the strict discourse on Human Rights, present especially in the first two books of the collection and expand the connections between them and the other works, through the interconnections between the strict discourse and an expanded discourse on Human Rights. We delimit the epistemic-methodological confluences and divergences of New Rhetoric, Neopragmatism and Critical Discourse Analysis for the elaboration of the analytical set and, finally, we evaluate, through critical-neorhetorical-neopragmatic analysis, the possibility of implementing the agambenian speech on the Human Rights, based on the difficulties and challenges presented to it. Our results partially confirm the hypothesis, suggesting that its proposal may be feasible, as long as it resolves conceptual problems, reduces its degree of abstraction and incorporates, through practice and theory, the contributions of intersectionality and decoloniality, both outside your field of study.

RIEPILOGO La presente tesi ha avuto come obiettivo centrale della ricerca quello di condurre un’analisi sul discorso dei Diritti Umani in Giorgio Agamben, utilizzando come fonte primaria la raccolta di nove opere e quattro volumi denominata Homo Sacer, estendendo al di fuori quando necessario. Abbiamo percorso una sezione epistemologica specifica, utilizzando i contributi della nuova retorica di Chaïm Perelman e Lucie Olbrechts-Tyteca, del neopragmatismo di Richard Rorty e dell’analisi critica del discorso, delineata principalmente da Norman Fairclough. Abbiamo giustificato la ricerca ritenendo innegabile la diffusione internazionale delle loro teorie, l’alto livello di critica presentato e l’importanza dei Diritti Umani nella contemporaneità. Il metodo impiegato è stato sviluppato incrociando le tre influenze teoriche, incorporando solo parti di ciascuna teoria, sotto forma di un proprio strumento di studio, oltre a derivare da una ricerca qualitativa, deduttiva e con un approccio storico. La domanda centrale da risolvere era: considerando la pluralità delle culture umane, i processi storici di dominazione ed esclusione, la costruzione argomentativa agambeniana presente nel progetto HS - critica nei confronti del discorso standard sui Diritti Umani - se fatta propria da questi gruppi, può essere considerata una migliore ridescrizione della realtà, al fine di ridurre la sofferenza e la crudeltà umana? L’ipotesi è stata così elaborata: nonostante gli innegabili contributi del suo pensiero all’avanzamento della critica del liberalismo, dello Stato di Diritto e dei Diritti Umani, insomma, la forma sociale dell’Ocidente non sembra essere la migliore ridescrizione della realtà, anche se è molto convincente per chi legge i suoi testi. Per raggiungere l’obiettivo centrale, siamo successi a esporre i presupposti teorico-filosofici della tesi e del quadro teorico come contesto per comprendere il discorso sui Diritti Umani. In seguito, abbiamo elaborato il discorso stretto sui Diritti Umani, presente soprattutto nei primi due libri della raccolta, e abbiamo espanso le connessioni tra questi e le altre opere, attraverso le interconnessioni tra il discorso stretto e un discorso allargato sui Diritti Umani. Abbiamo delimitato le confluenze e divergenze epistemico-metodologiche della Nuova Retorica, del Neopragmatismo e dell’Analisi Critica del Discorso per l’elaborazione dell’insieme analitico e, infine, abbiamo valutato attraverso l'analisi critico-retorico-neopragmatica, la possibilità di implementazione del discorso agambeniano sui Diritti Umani, sulla base delle difficoltà e delle sfide ad esso presentate. I nostri risultati sono una parziale conferma dell’ipotesi, suggerendo che la sua proposta può essere fattibile, a patto che si risolvano i problemi concettuali, si riduca il suo grado di astrazione e si incorporino, attraverso la pratica e la teoria, i contributi dell’intersezionalità e della decolonialità, entrambi al di fuori del suo campo di studio.